lunedì 16 luglio 2018

La Classica di Toscana

L'anno scorso ho percorso la Classica di Toscana, un lungo percorso di oltre 100 km che da Pietrasanta porta a Firenze. Con l'amico Antonello abbiamo deciso di fare una suggestiva variazione, partendo dal molo di Marina di Pietrasanta ed allungando di qualche Km, speranzosi di poter, in futuro, proseguire da Firenze verso est e raggiungere l'Adriatico seguendo altre vie.
 Il percorso da Pietrasanta a San Miniato Basso si sovrappone alla Via Francigena, che avevamo già percorso in passato in altri tratti più a sud, per cui abbiamo avuto il piacere di camminare con altri pellegrini.
Il parcheggio comodo è quello gratuito tra le stazione FS Corriere di Pietrasanta, da qui con un bus di linea in 10 minuti si raggiunge il centro della località balneare. La foto di rito alla partenza ed all'arrivo, con la bandiera gialloblu di Conegliano, non manca mai, e dopo aver respirato a lungo il profumo del mare la camminata ha inizio.
Approffittando del lungo pontile, il viaggio ha avuto inzio dal mezzo del mare, proseguendo per strade secondarie di campagna (non senza aver pranzato con un ottimo panino alla porchetta!) sino al centro di Pietrasanta, che attraversiamo godendoci il piacevole emergere di un'archittetura medievale e moderna, arricchita da una esposizione permanente di statuaria contemporanea in piazza. 
Partenza di Marina di Pietrasanta
Il centro di Pietrasanta
Già in centro a Pietrasanta, tra le due chiese della piazza centrale, incrociamo la via Francigena, che ci farà compagnia per qualche giorno.
Il primo assaggio di universo del pellegrino lo abbiamo alla chiesa di San Giovanni, appena fuori dal centro sulla strada che porta a Valdicastello Carducci: è un'elegante chiesa romanica, con numerosi interventi architettonici su finestre, porte e alzati, che in passato ospitava i pellegrini durante il viaggio verso Roma o verso Santiago.
San Giovanni fuori Pietrasanta


Il nostro cammino prosegue aggirando il promontorio che ci divideva da Camaiore, seguendo la Francigena invece delle indicazioni della guida che ci avrebbero portato più a monte, ma il nostro obbiettivo è anche quello di cercare di rimanere il più possibile sul percorso santo millenario. Il profumo dei boschi, benché sia una caldissima giornata, attenua la fatica, e camminiamo per carraie sempre ombreggiate sino alla periferia di Camaiore, che attraversiamo seguendo il suo rigoroso impianto urbanistico romano, con quartieri regolari divisi da isolati e strade. La città è piacevole, ma non abbiamo tempo, vorremo arrivare oltre perché le gambe girano bene e il fiato non manca, e un poco di brezza attenua la fatica.
In centro a Camaiore
Proseguendo verso sudest, usciamo da Camaiore, con i suoi eleganti villini liberty, e puntiamo verso la collina, ci aspetta una dura salita sino a Monte Magno (immancabile la sosta alla fontana alla fine della salita, sotto un frondoso albero millenario). Con buona volontà, lungo sentieri a lato della strada statale, si è cercato di far evitare l'asfalto ai pellegrini, ma in reaaltà questi continui sali e scendi con andamento meandriforme, per quanto belli, fanno perdere molto tempo ed in un caso seguiamo anche indicazioni errate, ma fa parte del gioco!
Si sale verso Monte Magno
Il nostro obbiettivo giornaliero è il rifugio per pellegrini di Valpromaro, in Val Fredda, un delizioso angolo stabile a lato della chiesa che è stato restaurato perfettamente ed è gestito dai volontari. Qui abbiamo la splendida accoglienza degli OSPITALEROS, con i quali abbiamo il piacere di mangiare e parlare sino a notte.

La chiesa di Valpromaro

L'interno dell'ostello per pellegrini

L'ostello lungo la strada
La mattina seguente partiamo presto e attraverso un fresco bosco raggiungiamo il colle sul quale si trova il borgo medievale di Piazzano, un gioiello preservato dal tempo.

Piazzano

Piazzano
La nostra camminata prosegue nel verde scendendo dai colli, ormai siamo in vista di Lucca, con la sua famosa cerchia di mura e le casetorri, che attraversiamo, visitiamo velocemente ed abbandoniamo sotto un sole inclemente.

Lucca

Lucca
Lungo antiche vie ora percorse da auto, arriviamo a Capannori, con la sua bella chiesa e proseguiamo nella campagna assolata, sino a giungere ad un macchia boschiva che resiste all'assalto del progresso, giungendo alla pacifica Badia di Pozzoveri, in fase di restauro e con gli scavi archeologici. Anche questa istituzione nel medioevo ospitava i pellegrini, anch se ormai siamo alle porte di Altopascio, importante centro sulla Francigena.

Capannori

Radi boschi tra Capannori  e Altopascio

Badia di Pozzoveri
Altopascio di trova su un leggero rialzo naturale nella pianura lucchese: il suo nome deriva appunto da un luogo salubre dove era possibile pascolare durante l'altomedioevo quanto tutt'attorno c'erano paludi. La città è cinta da mura medievali, ed ha conservato tale carattere sia nel centro che nell'ostello per pellegrini dove dormiamo in comunità con altri pellegrini sulla strada per Roma.

Altopascio
Il terzo giorno partiamo alla volta di Galleno, dove si sono conservati tratti della pavimentazione originaria della strada romana, che fu percorsa anche in età medievale dai pellegrini verso Roma, in un suggestivo alternarsi di boschi e macchia, in leggero saliscendi tra profumi intensi come sola la campagna estiva sa donare.

Attraverso le colline

La strada lastricata a Galleno

Attraverso la macchia
Dopo un meraviglioso tratto in mezzo alla natura si scende verso il Ponte Cappiano famoso per il suo caratteristico ponte comperto costruito dai Medici, e sotto il sole lungo un rettilineo infinito arriviamo alle pendici di colle di Fucecchio, meraviglioso paese medievale che ha conservato inalterata questa caratteristica ed ha dato i natali al grande Indro Montanelli.
Visitiamo il paese ed il bel museo civico con una ricca collezione archeologica.

Ponte Cappiano

Fucecchio
Dal colle si vede San Miniato, nostro obbiettivo giornaliero e dove dormiamo pacificamente per la gran camminata. Passiamo la notte nella parte bassa della città, e la mattina seguente saliamo alla alta, meraviglioso borgo medievale. Nel 2010 avevo inziato da qui la mia via Francigena, per cui per qualche chilometro ricalcherò strade conosciute.

San Miniato Alto

La campagna empolese

Empoli
Lasciata la via Francigena, si scende lungo i poggi verso Empoli, che vediamo oltre la campagna florida estiva. La città è bella, con un superbo duomo e diversi musei, che visitiamo velocemente per continuare la nostra avventura a piedi. Seguiamo l'Arno sull'argine, sino a Montelupo Fiorentino, dove dormiamo e visitiamo il bel centro e il magnifico museo della ceramica, essendo il paese una delle capitali italiane della lavorazione dell'argilla.

L'argine sull'Arno

Montelupo Fiorentino
La mattina presto partiamo alla volta di Malmantile, piccolo centro medievaale con castello sulla cima delle colline che ci separano da Firenze. E' una piacevole salita, tra boschi e sentieri glareati, per poi ridiscendere verso il corso dell'Arno, che fiancheggiamo e percorriamo sotto un sole caldissimo, senza ombre né luoghi di sosta, calibrando la poca acqua. Si tratta del pezzo più arduo da passare, con il suo lunghissimo rettilineo infinito e privo di curve, noioso sino all'inizio del Parco delle Cascine, che ci accoglie con acqua,panchine ed ombra.

Monastero verso Mamantile


Il lungo Arno

Parco delle Cascine
Ormai siamo in dirittura d'arrivo, il nostro arrivo è al duomo, Santa Maria del Fiore, per cui facciamo gli ultimi rettilinei e tocchiamo finalmente la porta della cattedrale, festeggiando con una birra e le foto di rito.
Ormai in città , la meta è vicina

La foto con la bandiera all'arrivo, immancabile!

La credenziale "fai da te" con i timbri dei luoghi visitati

Come guida consiglio ENRICO BRIZZI "La classica di Toscana", Ed. Giunti, 2016




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