sabato 21 luglio 2018

Il Vallo di Antonino in Scozia





Nella bassa Scozia, tra gli estuari dei fiumi Clyde ad ovest e Forth ad est, nella prima metà del II secolo d.C. si snodava il Vallo di Antonino per difendere le terre conquistate dai Romani. 
   
Busto di Antonino Pio
 A farlo costruire, tra il 142 ed il 144 d.C., l'imperatore Antonino Pio (86 - 161 d.C.), deciso a respingere in modo più strutturato i continui assalti dei Picti, abitanti delle regioni nord.

Il logo del percorso

 Il suo uso durò solo 20 anni, poi l'impero decise di abbandonare quelle terre giudicate troppo pericolose da presidiare, seppur nei decenni seguenti Settimio Severo (146 - 211 d.C.) cercò di ristabilire questo confine. 

Mappa con il posizionamento rispetto al Vallo di Adriano

A differenza del Vallo di Adriano, che era costruito a sud e si sviluppava anche con difese in muratura, questo era una lunga serie di fossati, muraglioni di terra e pietre (muro celtico), palificate lignee e appostamenti continui presidiati da truppe scelte. Sono stati censiti 26 forti e fortini per una lunghezza stimata di circa 65 km, precisamente da Bowling (ovest) a Bo'ness (est).

La mappa con il percorso

Ricostruzione del vallo di Antonino

Viabilità e commerci a sud del Vallo di Antonino

Ho percorso con l'amico Enrico l'intero Vallo di Antonino, e in tutta onestà penso che siamo stati gli ultimi "romani" o "italici" a percorrerlo negli ultimi 2000 anni, non avendo trovato ancora nessuno lungo il percorso che lo facesse interamente. La zona è una distesa di pianure, spesso paludose e ricche di acqua, intervallate da rilievi non troppo elevati. Il percorso non si trova interamente, molto spesso è stato distrutto dal tempo e dagli interventi della modernità: strade, discariche, aree industriali. E' molto diverso rispetto al Vallo di Adriano, ma nasconde aree di profonda suggestione come i resti dei forti sui colli o dei valli che ancora si notano nel paesaggio contemporaneo. 


Sezione con le parti delle difese




Partenza, con l'immancabile bandiera di Conegliano, da Bowling

 La parte iniziale, da Bowling a Lenzie, si snoda prima lungo i canali regimentati dell'estuario, quindi sale verso nord e attraversa colline e brughiere, passando per i resti del forte di Goldenhill ad Hardgate e della città di Bearsden dove sono conservate le terme romane.


Lungo i canali del Clyde

Golden Hill con gli studenti di archeologia dell'Università di Edimburgo che rilevano con sistemi magnetici il forte
 
Attraversiamo la brughiera dove si intervallano ampi incolti, pascoli e coltivazioni, ed un vento ci soffia continuamente, portando anche qualche goccia di pioggia che, almeno per oggi, ci risparmia il piacere di accompagnarci. 


Attraverso la brughiera
 

Attraverso la brughiera

Le terme di Bearsden

Un continuo saliscendi ci accompagna verso la fine della giornata, arriveremo a Lenzie da dove domani riprender il nostro cammino.


Un continuo sali e scendi
La strada è spesso asfaltata, ma non mancano tratti di carraia, di colore scuro dato dalle rocce scure che caratterizzano la geologia di questa parte di Scozia. A nord e sud gli open fields, i caratteristici campi della campagna inglese, intervallati da grandi allevamenti e case di contadini. 


    
Il paesaggio con l'erica che copre i prati incolti e spesso paludosi

A Lenzie non può mancare la birra di fine giornata!

Il mattino seguente ripartiamo fiancheggiando il canale che attraversa Lenzie e che collega la costa ovest con quella est della Scozia, sovrapponendoci alla John Muir Way. E' un piacevole camminare, all'ombra di alberi e con il fresco portato dal corso d'acqua, ma purtroppo ci aspetterà una giornata di pioggia battente.


Camminando lungo il canale e la John Muir Way

Alla volta di Falkirk

Brughiere con passaggi nell'erba alta, ma a lato sempre le antiche tracce del vallo 





Bar Hill è un sito archeologico in cima ad una collina, con notevoli resti archeologici strutturali in muratura e il vallo a nord del forte, ancora visibile e con evidenziate le "bocche di lupo", dei sistemi di difesa con buche sul cui fondo erano conficcati dei pali acuminati.
Il sito era una vera e propria cittadella, con un'organizzazione urbanistica, difese, sistemi di smaltimento delle acque ed edifici pubblici (terme, templi). 
 
Salendo al sito archeologico con forte romano di Bar Hill

I resti di Bar Hill

Ad ovest di Rough Castle, su Croy Hill,  sul punto più alto del percorso

Le imponenti forme del vallo a Croy Hill  da est, il fossato è ancora visibile seppur parzialmente interrato
 
Le imponenti forme del vallo a Croy Hill da ovest, il fossato è ancora visibile seppur parzialmente interrato
 
Le tracce del vallo e del fossato che scendono dal gruppo di Croy Hill

Il vallo prosegue salendo e scendendo per i rilievi collinari, più facili da difendere delle pianure

Il vallo prosegue salendo e scendendo per i rilievi collinari, più facili da difendere delle pianure
 Entriamo nella foresta di Westerwood, magnificamente accompagnati dal vallo a sud e da grandi alberi secolari che in parte ci proteggono dalla pioggia battente. Purtroppo, all'altezza dell'aeroporto militare di Cumbernauld, il percorso si perde tra brughiera e foresta, con erba alta oltre un metro e asperità, unite alla sfortuna di una deviazione per il pericolo di caduta alberi per il forte vento nella foresta, che ci fa fare una lunga deviazione. In questo tratto, alla ricerca della traccia, avanti e indietro cercando un varco nelle proprietà chiese, ci mettiamo oltre un'ora sotto una pioggia battente ed un vento inclemente.

La foresta di Westerwood, alle spalle dell'aeroporto militare

La foresta di Westerwood, alle spalle dell'aeroporto militare
 

La brughiera e la foresta a Westerwood
 

La brughiera e la foresta a Westerwood
Finalmente un locale, dove stanno festeggiando allegramente un matrimonio, ci offre la possibilità di fermarci a bere qualcosa per alleviare la fatica: tra lo sguardo complice del barista e la nostra voglia di fare come vecchi e rudi scozzesi, optiamo per un ottimo whisky locale, fortemente torbato, che ci fa recuperare le forze...forse ne beviamo anche due...
Ripartiamo di slancio, incoraggiati da uno squarcio di luce e sereno, ma dura poco: nel giro di mezz'ora ricomincia furiosamente a piovere e ci trasciniamo lungo il canale sino a Bonnybridge, dove finisce la nostra seconda giornata di cammino. 

Salendo a Rough Castle con il vallo a sinistra

Il giorno seguente, sempre sotto una pioggia inclemente, continuiamo a seguire il canale, sino a Rough Castle, un rilievo sul quale i romani costruirono un grande forte, di cui sono rimasti diversi resti. Troviamo il profondo solco del vallo ed i lilia, delle buche con tronchi acuminati che servivano a difendere ulteriormente il forte esternamente al vallo.


Il vallo salendo a Rough Castle

La zona settentrionale del forte con il vallo

Le buche con i pali di difesa a Rough Castle, esternamente al vallo (Lilia in latino)

Proseguiamo sino alla gigantesca Whell of Falkirk, un grande sollevatore di barche e chiatte per superare un dislivello di parecchi metri tra la zona pianeggiante e quella collinare.

Whell of Falkirk
Il nostro percorso prosegue lungo il canale che passa sopra Falkirk, sotto una pioggia battente ed un vento di mare mai domo, ma almeno siamo lontani dalle strade trafficate ed il silenzio aiuta a concentrarsi.

Lungo il canale vicino a Falkirk

Il parco a est di Falkirk con i resti del vallo e del fossato nord, ora un torrentello

Ormai mancano pochi Km, l'aria è carica dei profumi del mare, che vediamo nel largo estuario del Firth. 
  
L'estuario del Forth

La collina che scende verso Bo'ness, dove il vallo è praticamente scomparso

La baia di Bo'ness

La baia di Bo'ness
 La discesa dalle colline ci porta attraverso una triste zona industriale di rettilinei, da dove però riusciamo a raggiungere il parco, tra la costa e la vecchia ferrovia. Il percorso è bello, profumato e l'insenatura di Bo'ness molto pittoresca. Passiamo il centro, la nostra metà è ancora verso est, vicino ad un faro in forma di torre cilindrica. 

L'arrivo e la foto di rito con la bandiera

Ai piedi della torre c'è una lapide commemorativa dove facciamo le foto e giungiamo alla fine del nostro cammino scozzese!

Felicità ed insoddisfazione, probabilmente più per il palo selfie per le foto e per il dolore ai piedi

L'area dove si trovava l'ultimo forte a Bo'ness

La mappa all'arrivo

Il rilievo da cui è preso il simbolo del percorso (a sinistra)


La tradizionale birra di fine giornata in un pub a Bo'ness





  

lunedì 16 luglio 2018

La Classica di Toscana

L'anno scorso ho percorso la Classica di Toscana, un lungo percorso di oltre 100 km che da Pietrasanta porta a Firenze. Con l'amico Antonello abbiamo deciso di fare una suggestiva variazione, partendo dal molo di Marina di Pietrasanta ed allungando di qualche Km, speranzosi di poter, in futuro, proseguire da Firenze verso est e raggiungere l'Adriatico seguendo altre vie.
 Il percorso da Pietrasanta a San Miniato Basso si sovrappone alla Via Francigena, che avevamo già percorso in passato in altri tratti più a sud, per cui abbiamo avuto il piacere di camminare con altri pellegrini.
Il parcheggio comodo è quello gratuito tra le stazione FS Corriere di Pietrasanta, da qui con un bus di linea in 10 minuti si raggiunge il centro della località balneare. La foto di rito alla partenza ed all'arrivo, con la bandiera gialloblu di Conegliano, non manca mai, e dopo aver respirato a lungo il profumo del mare la camminata ha inizio.
Approffittando del lungo pontile, il viaggio ha avuto inzio dal mezzo del mare, proseguendo per strade secondarie di campagna (non senza aver pranzato con un ottimo panino alla porchetta!) sino al centro di Pietrasanta, che attraversiamo godendoci il piacevole emergere di un'archittetura medievale e moderna, arricchita da una esposizione permanente di statuaria contemporanea in piazza. 
Partenza di Marina di Pietrasanta
Il centro di Pietrasanta
Già in centro a Pietrasanta, tra le due chiese della piazza centrale, incrociamo la via Francigena, che ci farà compagnia per qualche giorno.
Il primo assaggio di universo del pellegrino lo abbiamo alla chiesa di San Giovanni, appena fuori dal centro sulla strada che porta a Valdicastello Carducci: è un'elegante chiesa romanica, con numerosi interventi architettonici su finestre, porte e alzati, che in passato ospitava i pellegrini durante il viaggio verso Roma o verso Santiago.
San Giovanni fuori Pietrasanta


Il nostro cammino prosegue aggirando il promontorio che ci divideva da Camaiore, seguendo la Francigena invece delle indicazioni della guida che ci avrebbero portato più a monte, ma il nostro obbiettivo è anche quello di cercare di rimanere il più possibile sul percorso santo millenario. Il profumo dei boschi, benché sia una caldissima giornata, attenua la fatica, e camminiamo per carraie sempre ombreggiate sino alla periferia di Camaiore, che attraversiamo seguendo il suo rigoroso impianto urbanistico romano, con quartieri regolari divisi da isolati e strade. La città è piacevole, ma non abbiamo tempo, vorremo arrivare oltre perché le gambe girano bene e il fiato non manca, e un poco di brezza attenua la fatica.
In centro a Camaiore
Proseguendo verso sudest, usciamo da Camaiore, con i suoi eleganti villini liberty, e puntiamo verso la collina, ci aspetta una dura salita sino a Monte Magno (immancabile la sosta alla fontana alla fine della salita, sotto un frondoso albero millenario). Con buona volontà, lungo sentieri a lato della strada statale, si è cercato di far evitare l'asfalto ai pellegrini, ma in reaaltà questi continui sali e scendi con andamento meandriforme, per quanto belli, fanno perdere molto tempo ed in un caso seguiamo anche indicazioni errate, ma fa parte del gioco!
Si sale verso Monte Magno
Il nostro obbiettivo giornaliero è il rifugio per pellegrini di Valpromaro, in Val Fredda, un delizioso angolo stabile a lato della chiesa che è stato restaurato perfettamente ed è gestito dai volontari. Qui abbiamo la splendida accoglienza degli OSPITALEROS, con i quali abbiamo il piacere di mangiare e parlare sino a notte.

La chiesa di Valpromaro

L'interno dell'ostello per pellegrini

L'ostello lungo la strada
La mattina seguente partiamo presto e attraverso un fresco bosco raggiungiamo il colle sul quale si trova il borgo medievale di Piazzano, un gioiello preservato dal tempo.

Piazzano

Piazzano
La nostra camminata prosegue nel verde scendendo dai colli, ormai siamo in vista di Lucca, con la sua famosa cerchia di mura e le casetorri, che attraversiamo, visitiamo velocemente ed abbandoniamo sotto un sole inclemente.

Lucca

Lucca
Lungo antiche vie ora percorse da auto, arriviamo a Capannori, con la sua bella chiesa e proseguiamo nella campagna assolata, sino a giungere ad un macchia boschiva che resiste all'assalto del progresso, giungendo alla pacifica Badia di Pozzoveri, in fase di restauro e con gli scavi archeologici. Anche questa istituzione nel medioevo ospitava i pellegrini, anch se ormai siamo alle porte di Altopascio, importante centro sulla Francigena.

Capannori

Radi boschi tra Capannori  e Altopascio

Badia di Pozzoveri
Altopascio di trova su un leggero rialzo naturale nella pianura lucchese: il suo nome deriva appunto da un luogo salubre dove era possibile pascolare durante l'altomedioevo quanto tutt'attorno c'erano paludi. La città è cinta da mura medievali, ed ha conservato tale carattere sia nel centro che nell'ostello per pellegrini dove dormiamo in comunità con altri pellegrini sulla strada per Roma.

Altopascio
Il terzo giorno partiamo alla volta di Galleno, dove si sono conservati tratti della pavimentazione originaria della strada romana, che fu percorsa anche in età medievale dai pellegrini verso Roma, in un suggestivo alternarsi di boschi e macchia, in leggero saliscendi tra profumi intensi come sola la campagna estiva sa donare.

Attraverso le colline

La strada lastricata a Galleno

Attraverso la macchia
Dopo un meraviglioso tratto in mezzo alla natura si scende verso il Ponte Cappiano famoso per il suo caratteristico ponte comperto costruito dai Medici, e sotto il sole lungo un rettilineo infinito arriviamo alle pendici di colle di Fucecchio, meraviglioso paese medievale che ha conservato inalterata questa caratteristica ed ha dato i natali al grande Indro Montanelli.
Visitiamo il paese ed il bel museo civico con una ricca collezione archeologica.

Ponte Cappiano

Fucecchio
Dal colle si vede San Miniato, nostro obbiettivo giornaliero e dove dormiamo pacificamente per la gran camminata. Passiamo la notte nella parte bassa della città, e la mattina seguente saliamo alla alta, meraviglioso borgo medievale. Nel 2010 avevo inziato da qui la mia via Francigena, per cui per qualche chilometro ricalcherò strade conosciute.

San Miniato Alto

La campagna empolese

Empoli
Lasciata la via Francigena, si scende lungo i poggi verso Empoli, che vediamo oltre la campagna florida estiva. La città è bella, con un superbo duomo e diversi musei, che visitiamo velocemente per continuare la nostra avventura a piedi. Seguiamo l'Arno sull'argine, sino a Montelupo Fiorentino, dove dormiamo e visitiamo il bel centro e il magnifico museo della ceramica, essendo il paese una delle capitali italiane della lavorazione dell'argilla.

L'argine sull'Arno

Montelupo Fiorentino
La mattina presto partiamo alla volta di Malmantile, piccolo centro medievaale con castello sulla cima delle colline che ci separano da Firenze. E' una piacevole salita, tra boschi e sentieri glareati, per poi ridiscendere verso il corso dell'Arno, che fiancheggiamo e percorriamo sotto un sole caldissimo, senza ombre né luoghi di sosta, calibrando la poca acqua. Si tratta del pezzo più arduo da passare, con il suo lunghissimo rettilineo infinito e privo di curve, noioso sino all'inizio del Parco delle Cascine, che ci accoglie con acqua,panchine ed ombra.

Monastero verso Mamantile


Il lungo Arno

Parco delle Cascine
Ormai siamo in dirittura d'arrivo, il nostro arrivo è al duomo, Santa Maria del Fiore, per cui facciamo gli ultimi rettilinei e tocchiamo finalmente la porta della cattedrale, festeggiando con una birra e le foto di rito.
Ormai in città , la meta è vicina

La foto con la bandiera all'arrivo, immancabile!

La credenziale "fai da te" con i timbri dei luoghi visitati

Come guida consiglio ENRICO BRIZZI "La classica di Toscana", Ed. Giunti, 2016




La via degli Abati

La via degli Abati porta da Pavia a Pontremoli, passando per Bobbio e attraversando paesaggi molto vari, dalla Pianura Padana alle colline ...